FILIPPO GIROTTI ARCHITETTO

ZIA PIERINA

PROGETTO PER LA REALIZZAZIONE DI 15 APPARTAMENTI A PEDEMONTE, VERONA // collaborazione con Renzo Speri architetto.
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Il progetto è stato concepito per una zona residenziale consolidata, risalente agli anni ’80 – ’90, nel comune di Pedemonte, in provincia di Verona. Nel terreno è già presente un edificio che verrà demolito per essere sostituito da quelli nuovi, in modo da non corrodere altro spazio naturale. Nella predisposizione del progetto ci si è fatti influenzare dalla magnifica architettura di Villa Serego ideata dal Palladio e realizzata proprio in questi luoghi. Ciò al fine di approcciare a nuove concezioni senza dimenticare la saggezza del passato, sfruttandone anzi l’essenza per confermare la bellezza insita nell’ascolto sapiente delle esigenze di questa terra. 
Intento precipuo sin dall’esordio è stato proporre una soluzione nata dalla teorizzazione di un diverso approccio alla coabitazione, le cui priorità sono state fortemente modificate dopo l’esperienza Covid. 
La richiesta iniziale della committenza era quella di progettare un condominio, ma si è successivamente deciso di scomporre il volume condominiale in 3 unità più piccole. Tale scelta è stata dettata dal presupposto che le persone intenzionate a trasferirsi in campagna non essendo più tenute ad accontentarsi della limitata tipologia costruttiva lasciata in città dovessero poter cogliere il meglio di tale preferenza, beneficiando di un buon connubio con la natura. 
Le tre unità costruttive sono state accostate tra loro in modo da delineare un vero e proprio cortile interno, offrendo così a tutti i condomini la possibilità di avere uno spazio d’incontro e di scambio sociale. In questo luogo, da cui tutti devono transitare nell’entrare e uscire dalla propria abitazione, si viene così a ricreare l’atmosfera delle vecchie corti rurali di questa zona. Ciò implica il rilancio della vita di comunità andata oramai quasi completamente perduta senza però mai rinunciare alla dimensione privata a cui ciascuno ambisce quando rientra fra le proprie mura domestiche. 
L’esperienza Covid ci ha anche fatto ben comprendere l’importanza di poter usufruire dello spazio all’aperto, per questo motivo si è optato per l’abbandono dei piccoli balconi anni ’90 prediligendo ampi spazio per i terrazzi, larghi 2,5 – 3 mt, a tutta lunghezza, dove si può mangiare, giocare, o fare esercizi all’aria aperta. Pure in questo caso la componente dell’interazione sociale permane perchè i terrazzi proseguono senza apparente soluzione di continuità tra le diverse unità. Gli spazi privati sono infatti necessari e non vengono trascurati, ma la funzione di separazione viene affidata a piccole e sobrie ringhiere sormontate da vegetazione piuttosto che ad alti muri e marcate divisioni. L’effetto a livello funzionale è il medesimo ma si è cercato di contemperare l’esigenza di riservatezza con la vita di relazione prediligendo mimetizzare i divisori in una parvenza estetica naturale per impedirne una percezione visiva impattante. Guidati dal medesimo intento si è deciso di arretrare il secondo piano rispetto ai due precedenti, in modo tale da ridurre la percezione del costruito.
La volontà di connessione armonica con il contesto naturale ci ha inoltre indotto ad abbandonare, dal punto di vista tecnico, l’ormai superato sistema a cappotto in Xps a favore di soluzioni più sostenibili come la calce canapa. Si è poi deciso di rivestire completamente i tetti piani di pannelli fotovoltaici ed è stato infine previsto un sistema di geotermia e di recupero delle acque piovane.
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PROJECT FOR 15 UNITS IN PEDEMONTE, VERONA // collaboration with Renzo Speri architect

The project will be in an 80-90’s consolidated residential area, belonging to the municipality of Pedemonte, in Verona province. The land is not virgin, with a building that will be demolished to allow the new ones to be built.

The guidelines for the project are on the one hand a reference to the magnificent architecture of Palladio, who built the Serego villa in that area, and on the other, a decision to propose a different approach to cohabitation, which after Covid, underwent a profound change in  priorities.

The initial request of the client was to design a single condominium. It was subsequently decided to break down the condominium volume into 3 smaller units, reasoning that those who wanted to move to the countryside did not want to find the same type of habitation as that which they left behind in the city. The choice of the 3 units folding in on themselves, forming an internal courtyard, was also designed with the aim of creating a space to meet and for social exchange, a space through which everyone passes before entering their house, a space that evokes the old rural courtyards of that area and which endeavours to bring back a community life which has now been almost completely lost.

The Covid experience has also made us understand the importance of outdoor space, which is why the choice to abandon the small 90’s balconies to make room for large terraces, 2.5 to 3 meters wide, full length, where you can eat, play, or do exercises in the open air. Here also the socializing component remains: the terraces between the different units continue without interruption, leaving the function of separation to small railings surmounted by vegetation. Private spaces have to exist, but the boundaries must not be perceived as walls but as natural elements instead.

Finally, the second floor is set further back compared to the other floors, reducing the perception of the building height.

On a technical level, it was decided to abandon the usual Xps external insulation system in favor of more sustainable solutions such as lime-hemp. The flat roofs are completely covered with photovoltaic panels, geothermal and rainwater recovery systems have also been planned.

 

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